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Un viaggio tra i sapori che il capoluogo del Piemonte custodisce e cerca di innovare ogni anno, i luoghi del cibo di una città tutta da scoprire
Dario Bragaglia 05 maggio 2024 22:00
Le piole, per chi non lo sapesse, sono il nome con cui a Torino vengono chiamate le osterie, le insegne popolari. Siamo parlando di locali dove si mangiano i piatti della tradizione piemontese bevendo vino sfuso in un clima informale. E da dove si esce quasi sempre soddisfatti, avendo speso una cifra contenuta. Con un'avvertenza. Già nel lontano 1965, lo chansonnier torinese Roberto Balocco, autore di numerosi album in vinile dal titolo Le canssôn dla piòla, ricordava che le piole di una volta fondate su tre capisaldi - il bicchiere di vino, le acciughe al verde e la frôja, la chitarra suonata come accompagnamento delle immancabili canzoni - erano praticamente scomparse. Figuriamoci nel 2024.
Le migliori osterie di Torino: i nostri indirizzi
Oggi troviamo ottime reinterpretazioni della classica piola torinese di un tempo, dove sicuramente l'offerta gastronomica è migliorata, la scelta delle bevute non si limita più al bicchiere di Barbera, ma al contempo è scomparsa - salvo rare eccezioni - la musica. Detto questo, la "piola moderna" nelle sue varie declinazioni è ancora un tratto distintivo - in positivo - del profilo gastronomico della città. Sono locali dove - da soli o in compagnia - si può scoprire ancora l’anima popolare torinese, alimentata da un mix di culture extraregionali e internazionali. Ecco la nostra mappa delle piole e osterie torinesi, con grandi classici e qualche sorpresa.
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La Taverna del Bergè
Osteria Le Ramine
Maison de Chef Rinoò
La Piola d'le due Sörele
Cantinone San Paolo
Caffè Vini Emilio Ranzini
Piola Da Celso
Rossorubino
Pescheria Gallina Porta Palazzo
Ristorante
A pochi metri dal mercato di piazza Madama Cristina, Coco's è un classico della cucina popolare torinese. Lo scorso anno ha festeggiato 50 anni di attività a suon di pasta e fa*gioli, ceci e costine, risotti, gnocchi, carne cruda, acciughe al verde, trippa, cotolette impanate. Il locale è un rifugio sicuro per molti residenti del quartiere San Salvario, per la gente del mercato (fa anche servizio bar) e per la varia umanità che ormai arriva anche da fuori. Non è certo il posto per cercare intimità, le stanze sono spesso affollate, ai tavolini si sta gomito a gomito, ma da Coco's si entra sempre volentieri (in estate ci si accomoda anche in strada). Le stanzette fasciate di legno, il bancone del bar con il fondale di bottiglie, il via vai indaffarato di chi serve ai tavoli, il vociare degli avventori: tutto il colore di un locale autentico con una cucina che, nella sua schiettezza, non tradisce.
Osteria-Bistrot
Borgo San Donato è già "barriera" anche se non siamo così distanti dal centro. A rendere interessante la passeggiata in questo tratto di via Don Bosco è la Taverna del Bergé, che in piemontese significa pastore. Alcuni prodotti caseari arrivano infatti direttamente dalla Valle di Susa da cui provengono i proprietari. Le due stanzette sono spesso molto affollate, anche a pranzo, perché - come è giusto che sia per un'osteria - l'indirizzo è molto apprezzato da chi lavora in zona. Dal menu scritto a mano potrete scegliere molti classici come la lingua al verde, il salame cotto con la Toma del Lago Nero, gli agnolotti di fassona, la polenta artigianale con Reblochon e speck d'anatra. Si chiude con melighe e torcetti accompagnati da un calice di Moscato.
Osteria-Bistrot
Borgo San Paolo è uno degli storici quartieri operai della ex factory town. Una zona che è sempre stata ricca di indirizzi gastronomici pop e Le ramin-e ne è un esempio meritorio. Il patron, Egidio Lazzarin - in arte Steven - ha trascorsi importanti nel campo della ristorazione in Val Chisone e il passato valligiano è simboleggiato dalla bella vetrina di formaggi che campeggia sul bancone. Sono solo dieci i tavoli disposti in un ambiente accogliente con mattoni a vista: il menu di mezzogiorno (nel senso che si comincia alle 12, siamo a Torino mica a Madrid!) a 15€ è molto apprezzato visto che comprende due piatti a scelta, acqua, pane e piccolo dessert. Insomma parliamo di prezzi da vera piola e conseguente successo di pubblico. Alla sera il conto si alza solo un po', ma per provare la trota marinata scottata al ginepro, i caponet, gli agnolotti di toma di Conca Cialancia e cardi al burro fuso o il rotolo di coniglio brasato al Nebbiolo vale la pena spendere qualche euro in più.
Osteria-Bistrot
E dove lo si trova più un posto così, in pieno centro, a cinque minuti da piazza Castello? Locale piccolo, ruspantissimo che fino a qualche mese fa viveva della solida cucina di Rino (da cui il nome del locale) - gnocchi, tajarin, agnolotti, polpette, brasati, coniglio - mentre le torte erano di competenza della burbera Brunilde, la moglie che dominava la sala. Arrivata l'ora della pensione sono subentrati due giovani parenti, Aldo Marku e Ari Tsuoni. Da prova recente quasi nulla sembra essere cambiato. Si aspetta al banco l'assegnazione dell'agognato posto a tavola e poi non rimane che godersi i piatti e l'atmosfera di questo indirizzo d'altri tempi, chiudendo l'esperienza con il caffè accompagnato dai mitici zuccherini imbevuti nell'alcol.
Osteria-Bistrot
Come suggerisce il nome, questa piola un po' periferica - ma sono in tanti ad affrontare il viaggio - prende il nome da Gessica (in sala) e Susanna (in cucina), le due sorelle. Se avete dei dubbi chiedete a un torinese dov'è la "curva delle 100 lire" e sapranno sicuramente indirizzarvi. La piola ha sempre avuto una grande fortuna a mezzogiorno (la fascia di servizio è molto ampia): un tempo si sarebbe detto "un posto da camionisti" che, come è noto, non era un giudizio negativo. Qui trovate i grandi classici della cucina piemontese dai tajarin al vitello tonnato, dai peperoni con bagna caoda ai risotti della casa mantecati con formaggi regionali. In stagione non mancano i funghi, gli asparagi, le rane. Un punto di forza è la trippa con i fa*gioli.
Osteria-Bistrot
Eccoci ancora nel cuore di Borgo San Paolo, il nome non inganna. Il Cantinone è l'esempio di come una verace bottiglieria di quartiere dove già oltre quarant'anni fa si azzannavano panini e acciughe, si sia trasformata, senza snaturarsi, in un locale dove si mangia molto meglio di un tempo senza aver perso l'atmosfera e l’autenticità. Il merito è di Giorgia (in sala) e Luigi (in cucina), gli osti che hanno salvato - ormai da qualche anno - il Cantinone dal rischio chiusura e dall'oblio. Il bancone in legno, le bottiglie sugli scaffali, l'affabilità dell'accoglienza invitano i clienti a sedersi e a ordinare i piatti scritti sulla lavagnetta. Luigi si serve spesso ai banchi del vicino mercato di corso Racconigi (il secondo per importanza dopo Porta Palazzo) per rifornire la cucina. L'impronta è piemontese, con alcune divagazioni nella vicina Liguria. Qualche suggestione: i pes coi (cavolo verza ripieno di carne), i tajarin (magari con i funghi, in stagione), gli gnocchi, i plin al sugo d'arrosto, lo stracotto di vitello. Si beve molto bene, anche scegliendo fra i vini sfusi.
Enoteca-Winebar
Per molti questa è LA Piola per eccellenza, impossibile dimenticarla in una qualsiasi top ten della categoria. Intanto l'indirizzo: il cuore di Torino, fra piazza Palazzo di Città (sede del Comune) e il Duomo, pieno Quadrilatero Romano. Insomma, tanta storia già prima di varcare la soglia di un posto che è ancora - miracolo! - a conduzione famigliare. Il nome "caffè" sull'insegna ci ricorda che si può entrare anche soltanto per consumare qualcosa al banco. Una volta seduti si potranno invece provare i classici da piola di un tempo: uova sode, acciughe al verde, giardiniera, friciulin (frittelline), lingua, vitello tonnato. E i non piemontesi scopriranno qualcosa in più sul rito subalpino della merenda sinoira, la merenda rinforzata che serve anche da cena.
Osteria-Bistrot
Siamo in zona Cenischia, l'area che gravita attorno al raccomandabile mercato di corso Racconigi. Celso Chiantello, il mitico fondatore, è mancato 96enne a novembre dello scorso anno, ma già da tempo la piola era guidata dalle figlie Elisabetta e Marina e dai nipoti. Allegria, battute, dialetto piemontese come lasciapassare sono sempre stati gli elementi salienti del colore locale, accompagnati a una cucina che non delude con le sue certezze. Che sono quelle che uno si aspetta quando varca la soglia di una piola. Quasi una litania: insalata russa, peperoni con le acciughe, tomini, vitello tonnato, albese, agnolotti, gnocchi, brasato, bunet, panna cotta, pesche ripiene. Ma è bello avere dei punti fermi, che ti fanno venir voglia di tornare e tornare ancora.
Enoteca-Winebar
Nata nel 2003 e affermatasi nel corso di vent'anni come una delle migliori enoteche della città, Rossorubino ha ampliato negli ultimi mesi l'offerta gastronomica. Si è puntato su piatti identitari legati alle origini monferrine di Andrea e Edoardo, i proprietari. Come la schiciola, ricetta antispreco per eccellenza, realizzata con le rimanenze della pasta all’uovo usata per la preparazione degli agnolotti. L'abbinamento tra vino e cibo è diventando il filo conduttore del locale, come nelle piole, anche se qui si gioca su un livello un po' più alto. Ma lo spirito è quello giusto. Lo confermano le tante iniziative come la Merenda Vinoira (rivisitazione contemporanea della merenda sinoira), cinque ricette tipiche piemontesi servite in orario preserale. O i piatti freddi (salumi, formaggi, acciughe, paté) proposti "a fuochi spenti" dalle 14,30 alle 18.
Negozio-Bottega
Verrebbe da dire: "scoprite l'intruso". Cosa c'entra una pescheria con le piole? C'entra, c'entra. Perché Beppe Gallina, il re del pesce al mercato alimentare di Porta Palazzo (la sua famiglia è presente dal 1920), è piemontesissimo e se entrate nel locale che è suddiviso tra il bancone del pesce per l'asporto e gli spazi del bistrot per mangiare sul posto, converrete che l'atmosfera è quella giusta (ne abbiamo parlato qui). In più, ci sono i consigli di Beppe su come scegliere il pesce di stagione, magari quello meno conosciuto che aiuta la pesca sostenibile. L'affollamento in certi momenti (c'è anche un dehors) conferma il successo di quella che può essere definita una "piola di mare". Il grande classico è la frittura mista che, con un bicchiere di vino, la focaccia e l'acqua, viene offerta a 17€. Poi ci sono i piatti del giorno che variano in base alla disponibilità del mercato. Beppe Gallina da un paio d'anni ha anche aperto la Pescheria 2 in via Baretti, zona San Salvario.
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